Pavia, massaggio cardiaco e defibrillatore: gli studenti salvano la vita al prof

I tre ragazzi avevano seguito un corso di manovre salvavita: all’arrivo del 118, il cuore dell’uomo colpito da infarto aveva già ricominciato a battere

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Un malore durante una conferenza, mentre si stava rivolgendo al relatore, un attacco cardiaco. A tenere in vita il professore, tre studenti del Collegio Ghislieri di Pavia, che hanno messo in pratica quanto imparato durante un corso di primo intervento. Chiamati dai partecipanti della conferenza, i tre ragazzi si sono subito accorti di quanto successo e, dopo aver attivato i soccorsi, hanno praticato il massaggio cardiaco e hanno utilizzato il defibrillatore che il Collegio aveva comprato lo scorso anno. All’arrivo del 118, il cuore del professore aveva già ricominciato a battere ed è stato preso in carico dai sanitari.

Lara, Paride e Ludovico, due dei quali neolaureati in Medicina, avevano imparato le manovre salvavita grazie ai corsi gratuiti organizzati dall’associazione no-profit ‘Pavia nel Cuore’ che aderisce alla rete formativa nazionale IRC-Comunita’ cui erano stati inviati da uno dei loro docenti all’univesità per un corso obbligatorio sulle manovre salva-vita.

“Ho il dovere di ringraziare l’associazione Pavia nel Cuore per avermi insegnato come affrontare la situazione più estrema della vita umana, l’arresto cardiaco – ha raccontato Lara Tiranini, la prima dei tre ragazzi ad essere arrivata nella sala conferenze – mi sono ricordata le esercitazioni fatte lo scorso anno al corso e ho solo pensato ‘sta succedendo davvero’. Ho iniziato il massaggio cardiaco, dopo pochi lunghi secondi è arrivato Paride e ha continuato lui, mentre sono corsa a prendere il defibrillatore installato provvidenzialmente in Collegio, lo abbiamo acceso e abbiamo
seguito le sue istruzioni vocali. Dopo è arrivato anche Ludovico che ha dato il cambio a Paride nel massaggio cardiaco”.

“Lara, Paride e Ludovico sono stati eccezionali – dice invece Enrico Contri, vicepresidente di Pavia nel Cuore – ci hanno contattato ringraziandoci per quanto avevano imparato. Ora aspettiamo l’esito delle cure ospedaliere per sapere se poter essere davvero felici, sapendo che è stato fatto tutto ciò che si poteva fare”.

(pubblicato da “Repubblica.it” il 28 novembre 2015)